Gestione partecipata degli ecosistemi marini nella AMP Isola dell’Asinara coinvolgendo i pescatori

Si conclude il progetto dell’Università di Sassari. Ecco com’è andata

Calendar icon  Friday 24 July 2020

I risultati del progetto finanziato, con fondi europei PO-FEAMP 2014/2020, sono stati presentati e discussi durante l’incontro digitale “La risorsa piccola pesca nella AMP isola dell’Asinara. Il ruolo dei pescatori per una gestione consapevole e partecipata” dello scorso 15 luglio. Ecco cosa è emerso.

Un’alleanza tra pescatori e istituzioni per la tutela ambientale dell’Area Marina Protetta Isola dell’Asinara, la ricerca di linee guida condivise per ridurre lo sforzo di pesca e anche la possibilità di costruire una filiera di prodotti ittici a marchio Asinara. Sono solo alcuni dei risultati e dei piani di lavoro per il presente, che emergono dal progetto di ricerca sulla “Gestione partecipata degli ecosistemi marini nella AMP Isola dell’Asinara con il coinvolgimento dei pescatori”, portato avanti in questi mesi dall’Università di Sassari in collaborazione con il CURSA e l’Università di Bucarest, raccontati durante il convegno digitale dello scorso 15 luglio.

Il progetto, che ha puntato ad accrescere la consapevolezza del tesoro di biodiversità racchiuso nelle acque dell’Isola dell’Asinara, ha previsto la realizzazione di tre macro-attività:

  • l’analisi dei conflitti eventuali e potenziali attraverso una mappatura delle attività di pesca;
  • la caratterizzazione e il monitoraggio dei servizi ecosistemici dell’isola;
  • il coinvolgimento e la formazione di pescatori e altri stakeholder.

La ricerca ha individuato e valutato i principali “asset” del capitale naturale dell’isola dell’Asinara, come il suolo, le acque-marino costiere, la biodiversità, gli habitat, per definire la potenzialità e la capacità di queste risorse di erogare servizi ecosistemici: in questo modo è stato possibile mettere a punto la carta del “seascape”, nella quale la componente naturale si interseca con quella culturale. Dall’elaborazione dei dati attraverso cartografie tematiche è emerso uno stato di conservazione dell’isola che va dal buono all’ottimo. Nel contesto ambientale così definito si è data voce ai pescatori, i principali protagonisti della tutela del mare e, attraverso la “stakeholder analysis”, sono state discusse con loro diverse linee d’intervento volte a rafforzare la sostenibilità della pesca, introdurre autorizzazioni di pesca obbligatorie rilasciate dall’AMP, promuovere azioni di valorizzazione del pescato attraverso la costruzione della filiera pesca o con la diffusione dell’ittiturismo o del pescaturismo.

Secondo il registro della flotta comunitaria, il “Community Fleet Register”, la Sardegna possiede 1.326 battelli, che costituiscono circa l’11% della flotta italiana. A gennaio 2020 risulta pari a 112 unità la flotta appartenente alla marineria di Porto Torres e Stintino, che può esercitare l’attività di pesca in AMP; tuttavia sulla base dei numeri forniti dalla AMP e dell’analisi sul campo, sono 48 e di ridotte dimensioni le imbarcazioni da pesca effettivamente autorizzate. A partire dal 2018 questo numero si è ulteriormente ridotto e attualmente il totale effettivo delle imbarcazioni, che operano abitualmente in AMP, ammonta a 14 unità.

All’interno della AMP in generale si pratica una pesca piuttosto selettiva, ma rimane il problema del “by-catch”, principalmente per il tramaglio: la cattura accidentale nelle reti da pesca di pesci considerati di nessun valore commerciale o di altre specie animali determina un consistente impatto ambientale a discapito degli equilibri dell’habitat.

È comunque importante sottolineare come l’Area Marina Protetta “Isola dell’Asinara”, grazie alle limitazioni imposte alle attività umane dal Regolamento del Parco, come il divieto di pesca entro i primi 150 metri dalla linea di costa, è diventata il punto di forza per l’attività di pesca artigianale, consentendo a tale fascia di mare di servire da nursery per il novellame.

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