Innovazione attraverso il dialogo e la condivisione delle informazioni

Il ruolo del CREA per il futuro dell’acquacoltura

Calendar icon  Wednesday 4 November 2020

La seconda parte del 2020 rappresenta un momento particolare con caratteristiche assolutamente inedite: è l’epoca del New Normal. Amministrazioni, operatori economici e cittadini tutti non solo possono, ma devono cooperare per un nuovo patto sociale in nome di un mondo cambiato e di una quotidianità mutata. Mai come oggi valori quali la sostenibilità economica e sociale, l’innovazione, intesa sia in chiave tecnologica sia come spinta al cambiamento, anche generazionale, sono rilevanti e base comune per ripensare pratiche, abitudini e stili di vita.

A questo si aggiunge l'impatto potente della crisi COVID-19, che rende oggi prioritario inquadrare la fine di un ciclo di programmazione in termini di superamento della logica di emergenza, aprendo alle priorità future, alle strategie e ai valori europei più rilevanti.

Ne abbiamo parlato con Domitilla Pulcini e Fabrizio Capoccioni, ricercatori del CREA Zootecnia e Acquacoltura, con i quali abbiamo discusso della capacità di fare rete e dei sistemi di dialogo che, soprattutto in questo periodo, possono favorire innovazione e confronto continuo. “Nel settore dell’acquacoltura italiana il dialogo e la cooperazione fra l’Amministrazione centrale, le amministrazioni locali e le imprese del settore rivestono un ruolo cruciale lo sviluppo – afferma Pulcini -. Per favorire ricerca e innovazione, anche attraverso il continuo scambio con gli stakeholders, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha istituito nel 2017 la Piattaforma italiana per l’acquacoltura, ITAQUA. Tale Piattaforma, gestita con il supporto tecnico del Centro di “Zootecnia e Acquacoltura” del (CREA), rappresenta un ambiente di lavoro a disposizione dei diversi portatori di interesse utile a raccogliere esigenze e contribuire all’ identificazione di soluzioni aventi come scopo la crescita e la competitività dell’acquacoltura, tenuto conto delle specificità territoriali e dell’eterogeneità dei fabbisogni e dei comparti produttivi”.

Il raggiungimento degli obiettivi di crescita, secondo Capoccioni e Pulcini, può essere conseguito solo migliorando il coordinamento organizzativo e favorendo il coinvolgimento diretto di operatori, organi istituzionali e Regioni, attraverso incontri periodici e condivisione di materiali e informazioni, attività permessa, tra gli altri, dalla (http://piattaformaitaqua.it/), ricco di contenuti e aggiornamenti.

La piattaforma ITAQUA è fra i membri dell’EATiP Mirror Platform, un importante cluster internazionale volto al sostegno e alla promozione dell'acquacoltura che supporta l'implementazione di attività strategiche di ricerca e innovazione. Nonostante le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, fra le attività che la piattaforma ITAQUA sta portando avanti in questo periodo di transizione fra il vecchio PO-FEAMP 2014-2020 e il nuovo (2021-2027), rimane centrale il coinvolgimento attivo delle associazioni di categoria e di tutte le Regioni sul tema della semplificazione amministrativa e dell’armonizzazione delle procedure fra le regioni. Spesso differenti procedimenti creano difficoltà alle aziende del settore e tempi incerti per lo sviluppo di progetti di innovazione e sviluppo. È emerso chiaramente che grande importanza per la crescita del settore è rappresentata dalla semplificazione dei processi per l’individuazione e il rilascio di nuove concessioni per l’acquacoltura (AZA) e dalla loro armonizzazione tra le varie Regioni. La Piattaforma ITAQUA, a seguito di un’indagine sullo stato di attuazione delle AZA nelle diverse Regioni, preso atto delle criticità riscontrate dalle amministrazioni locali, ha fornito il proprio contributo al processo di armonizzazione attraverso la traduzione in lingua italiana di delle linee guida tecniche della FAO CGPM per l’identificazione delle AZA.

Il coinvolgimento attivo degli stakeholders attraverso la Piattaforma ITAQUA continuerà nei prossimi anni al fine di garantire il dialogo continuo fra amministrazioni, imprese del settore ed enti di ricerca, con l’obiettivo ultimo di definire un programma operativo sempre più calzato sulle esigenze dell’acquacoltura nazionale. Questo, peraltro, è quanto emerge anche dalla campagna istituzionale #SeaYouNext, che mette in primo piano i temi della sostenibilità, l’innovazione e il ricambio generazionale. Su cosa si lavora oggi?

“Le attività di ricerca e sperimentazione nel settore dell’acquacoltura del CREA sono programmate tenendo conto delle linee guida del nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), relativo alla programmazione 2021-2027 (COM(2018) 390 final) e dei principi fondanti delle Strategie comunitaria “Blue Growth”, “Circular Economy action Plan” e “Farm to Fork” – sottolineano Pulcini e Capoccioni -. Per l’acquacoltura italiana sarà prioritario incrementare la produttività degli allevamenti garantendone la sostenibilità, soprattutto attraverso un’ulteriore innovazione tecnologica applicata alla gestione degli impianti. Quest’ultima deve essere finalizzata sia ad aumentare la sostenibilità e l’efficienza di conversione dei mangimi che ad ottimizzare la somministrazione di questi ultimi, al fine di ridurre l’impatto delle attività produttive sull’ambiente. Per un maggiore sviluppo dell’acquacoltura sostenibile nel nostro Paese, rimane prioritario testare l’efficacia di fonti proteiche nuove e/o provenienti da filiere sotto-sfruttate per la produzione di mangimi sostenibili, svincolati dalle farine di pesce, provenienti dal sovra-sfruttamento delle risorse alieutiche, e da quelle vegetali utilizzate nell’alimentazione umana”.

Una particolare attenzione sarà dedicata, tra le altre cose, al miglioramento delle condizioni di allevamento che hanno un effetto diretto sul benessere e lo stato di salute degli animali e, di conseguenza, sulla riduzione dell’uso di antibiotici. In quest’ottica, l’acquacoltura biologica e quella estensiva (vallicoltura) sono modelli produttivi da valorizzare, anche attraverso approfondimenti tecnico-scientifici che ne evidenzino il ridotto impatto ambientale e l’elevata qualità delle produzioni, in termini di valore nutrizionale, freschezza, filiera corta. Inoltre, l’acquacoltura multi-trofica, l’allevamento di specie di basso livello trofico e l’acquaponica sono sistemi produttivi promettenti, ma ancora giovani e necessitano di approfondimenti di natura tecnico-scientifica per una futura applicazione a più ampia scala. Migliorare la percezione dei prodotti dall’acquacoltura nazionale da parte dei consumatori passa anche attraverso la diversificazione degli stessi, tramite l’allevamento di nuove specie e la ricerca e lo sviluppo di nuove forme di trasformazione, che possano incentivare il consumo di prodotti ittici nelle nuove generazioni.

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