Acquacoltura. Cos'è, come si fa, e quali sono le opportunità?

Focus acquacoltura in Italia e nel mondo

Icona calendario  Giovedì 12 Marzo 2020

Identikit dell'acquacoltura

L'acquacoltura è l'insieme delle attività umane, distinte dalla pesca, praticate per la produzione controllata di organismi acquatici. L'acquacoltura può essere anche definita come coltivazione dell'acqua salata, salmastra o dolce finalizzata alla raccolta di pesci, molluschi, crostacei e alghe.

L'acquacoltura può essere realizzata in mare, nei fiumi, nei laghi, negli stagni, nelle lagune, nei bacini artificiali ed è praticata in ogni parte del mondo. In Italia il settore rappresenta un grande patrimonio di conoscenze, esperienze e eccellenze, grazie alla diffusione di pratiche di allevamento diversificate.

Oggi, data la crescente domanda di prodotto ittico a livello globale e il sovrasfruttamento degli stock ittici, l'acquacoltura non può più essere considerata come una semplice alternativa alle attività di pesca ma si configura come una vera esigenza produttiva in grado di generare benefici economici e ambientali in termini di risposta al progressivo svuotamento della fauna acquatica.

Nel ciclo di Programmazione Europea 2014-2020 la Commissione ha riconosciuto il valore del comparto investendo più del 20% del budget del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca- FEAMP nello sviluppo di un’acquacoltura sostenibile sotto il profilo ambientale, efficiente in termini di risorse, innovativa, competitiva e basata sulle conoscenze. L'acquacoltura sostenibile, inoltre, rappresenta la seconda tra le sei priorità del Programma Operativo Feamp, elaborato in maniera partecipata con il partenariato e coordinato dal MIPAAF per dare concreta attuazione agli obiettivi finanziati dal fondo.

Esistono diversi tipi di pratiche di acquacoltura distinguibili in base all'entità dell'intervento dell'uomo e all'organismo acquatico allevato.

In rapporto all'entità dell'intervento umano richiesto è possibile distinguere 3 tipi di acquacoltura:

  • acquacoltura estensiva
  • acquacoltura intensiva
  • acquacoltura semi-intensiva

Si parla di acquacoltura estensiva quando l'allevamento avviene in grandi estensioni d'acqua e l'alimentazione dei pesci si basa esclusivamente sull'uso delle risorse naturali. L'intervento dell'acquicoltore è limitato alla “semina” degli esemplari giovani e al controllo del flusso dell'acqua attraverso griglie appositamente installate: l'allevatore non interviene sulla nutrizione dei pesci che si alimentano autonomamente con quel che offre loro l'ecosistema. L'acquacoltura estensiva oltre a costituire un valido modello di sviluppo dal punto di vista economico consente di conservare gli ecosistemi delle zone umide costiere e il patrimonio paesaggistico di lagune, stagni e laghi di acqua dolce o salmastra. Quando l'acquacoltura estensiva viene praticata nelle valli e nelle lagune costiere (cosiddette “valli di pesca”) prende il nome di “vallicoltura”, a differenza della “stagnicoltura” realizzata soprattutto in stagni e laghi mantenuti in modo da favorire lo sviluppo della fauna acquatica con un rendimento superiore a quello dell'ecosistema naturale. In termini di qualità del prodotto ittico, i pesci allevati con metodi estensivi presentano carni di elevata qualità, sostanzialmente equivalenti a quelle degli animali selvatici.

Con la definizione di acquacoltura intensiva si indicano gli allevamenti in cui le specie di acqua salata, salmastra o dolce sono direttamente alimentate dall'uomo. La somministrazione degli alimenti e la rimozione delle sostanze di scarto avvengono con l'impiego di tecnologie avanzate. L'acquacoltura intensiva è praticata su terraferma o in mare, attraverso l'installazione di gabbie marine, e di solito riguarda allevamenti specializzati e monocolturali – ossia dedicati a un solo tipo di specie ittica. L'acquacoltura intensiva è la forma di acquacoltura prevalente in Italia soprattutto in impianti a terra in bacini artificiali di dimensioni ridotte.

L'acquacoltura intensiva si distingue in:

  • acquacoltura marina: nell'acquacoltura intensiva marina i pesci sono allevati in gabbie ancorate sul fondo e mantenute in superficie da un telaio galleggiante. Tecniche più sofisticate includono gabbie sommergibili, sistemi di monitoraggio remoto, alimentazione automatica. Gli impianti possono essere posizionati al largo (offshore) o sottocosta (inshore).
  • acquacoltura di specie marine su terraferma: l'acquacoltura di specie marine su terraferma avviene in vasche o all'interno di bacini, sia naturali che artificiali, alimentati con acqua di mare.
  • in acqua dolce su terraferma: l'acquacoltura in acqua dolce su terraferma è praticata soprattutto in bacini artificiali volti all'accrescimento della specie.

A metà tra l'acquacoltura estensiva e intensiva si pone l’acquacoltura semintensiva: negli allevamenti di questo tipo l’uomo interviene per integrare la dieta dei pesci allevati con l'obiettivo di renderla più completa e mirata all'accrescimento della specie. L'acquacoltura semintensiva è generalmente praticata in vasche a terra, in aree costiere, lagune o laghi.

Con riferimento all'organismo acquatico allevato, si parla di:

  • piscicoltura
  • molluschicoltura
  • crostaceicoltura
  • alghicoltura

La piscicoltura o itticoltura, marina o d'acqua dolce, riguarda l'allevamento e la riproduzione dei pesci. Sebbene in Italia la piscicoltura comprenda l’allevamento di molte specie di pesci diversi, la produzione nazionale si concentra in particolar modo sulle trote, quando l'acquacoltura avviene in acque dolci, sulle spigole e sulle orate quando l'allevamento è praticato in acque salate.

La molluschicoltura è la forma di allevamento prevalentemente estensiva dedicata ai molluschi bivalvi e prevede la semina di giovani mitili in zone marine o lagunari idonee al rapido accrescimento. I molluschi si alimentano in maniera autonoma sfruttando il plancton della zona di semina. La molluschicoltura si distingue in venericoltura, se ad essere allevate sono vongole, mitilicoltura, nel caso delle cozze, e ostricoltura, con le ostriche. Secondo il team tematico zootecnica e acquacoltura del CREA, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria, la molluschicoltura si configura come una delle attività di allevamento più sostenibili dal punto di vista ambientale, sia rispetto alle tecniche di zootecnia terrestri che alle altre forme di acquacoltura, con una impronta ecologica estremamente bassa.

La crostaceicoltura indica l'allevamento di crostacei con metodo estensivo, semi-intensivo e l'intensivo tecnologico che prevede sofisticate modalità di distribuzione degli alimenti. La crostaceicoltura in Italia risulta legata soprattutto alla produzione di mazzancolle.

L'alghicoltura è la coltivazione di alghe marine, il vegetale marino più diffuso al mondo.

Dove si fa

In base all'ambiente di allevamento si possono distinguere:

  • le acque interne, con riferimento ai bacini su terraferma in cui si pratica acquacoltura intensiva che sfrutta soprattutto bacini artificiali e vasche. Quando i bacini sono alimentati dall’acqua di fiume a monte e la restituiscono a valle si parla di sistemi a flusso continuo, mentre sono denominati sistemi a ricircolo quelli in cui l’acqua torna nei bacini;
  • le acque di transizione, ossia salmastre, originate dal mescolamento tra le acque costiere e le acque dolci dei fiumi. Si tratta di lagune, stagni costieri, laghi salmastri e zona di delta e estuario dove si pratica soprattutto l'acquacoltura estensiva (vallicoltura o stagnicoltura);
  • le acque di mare, in cui si pratica l'acquacoltura intensiva con gabbie ancorate sui fondali o la molluschicoltura oppure con riferimento a bacini su terraferma alimentati con acque marine.

The State of World Fisheries and Aquaculture è la pubblicazione tematica rilasciata dalla FAO con cadenza biennale e focalizzata sulla descrizione dello stato dell'arte della pesca e dell'acquacoltura nel mondo. L'edizione ad oggi più recente, datata 2018, sottolinea la crescita costante dell'acquacoltura a livello globale con il trend più alto nel comparto agroalimentare.

I numeri dell'acquacoltura nel mondo

Secondo i dati FAO citati nel Piano Strategico per l'Acquacoltura in Italia 2014/2020, lo strumento nazionale per la pianificazione delle attività di settore, per la prima volta nel 2014 il 50% dei prodotti di origine acquatica consumati dalla popolazione mondiale è provenuto da allevamenti. Più in generale, a partire dagli anni Ottanta fino al 2012 le produzioni di pesca sono aumentate da 69 a 93 milioni di tonnellate e le produzioni di acquacoltura da 5 a 90,4 milioni di tonnellate, incluse le alghe, con un trend medio di crescita superiore all'8%.

Il futuro dell'acquacoltura nel mondo

Il rapporto Fish to 2030: Prospects for Fisheries and Aquaculture elaborato nel 2014 in maniera congiunta tra Banca Mondiale, FAO e Istituto internazionale di ricerca sulle politiche alimentari, illustra gli scenari di previsione sulla crescita dell'acquacoltura. I numeri, basati sulle proiezioni dei dati di consumo e crescita demografica e citati nel Piano Strategico per l'Acquacoltura, descrivono un settore in rapida evoluzione tanto che nel 2030 oltre il 62% della richiesta mondiale di prodotti ittici dovrà essere assicurato con prodotti dell'acquacoltura. A determinare il trend contribuirebbero diversi fattori di cambiamento tra cui l'orientamento globale dei consumi verso prodotti di elevato valore nutrizionale e proteico, le possibili barriere commerciali, i cambiamenti climatici. Anche l'acquacoltura, infatti, potrà subire le conseguenze del riscaldamento globale, ad esempio per effetto dell'acidificazione delle acque marine.

La Commissione Europea riconosce grande valore al comparto dell'acquacoltura cui è destinato oltre il 20% del budget del FEAMP. L'Europa, inoltre, attribuisce particolare rilevanza alla presenza di prodotti ittici nella dieta individuale, raccomandando il consumo di almeno 2 porzioni di pesce a settimana. Una esigenza nutrizionale che può essere soddisfatta attraverso l'incremento di una acquacoltura sostenibile, innovativa e competitiva.

I numeri dell'acquacoltura in Europa

L'Europa è il continente con il più alto consumo di prodotti ittici (24,5 kg/pro capite), superiore alla media mondiale di 18 kg per anno. Attualmente l'Europa contribuisce al 18% della produzione mondiale in acquacoltura e il settore rappresenta oggi quasi il 20% della produzione di pesce dando lavoro a circa 85.000 persone. Il comparto è rappresentato soprattutto da PMI e piccole imprese e l'attività produttiva è rinomata in termini di qualità, sostenibilità e protezione dei consumatori. Il volume della produzione complessiva, però, è rimasto più o meno invariato dal 2000. I principali produttori europei sono Spagna (21,1%), Francia (16,3%), Italia (13%) e Grecia 11%.

Il futuro dell'acquacoltura in Europa

La Federazione Europea delle Associazioni di Produttori (FEAP) prevede che nel 2030 l'acquacoltura contribuirà per 4,5 milioni di tonnellate di prodotti ittici con la creazione di 23.000 nuovi posti di lavoro.

L'acquacoltura italiana rappresenta una avanguardia in Europa per la forte integrazione di filiera in azienda e per la qualità delle produzioni di elevato valore per caratteristiche nutrizionali, organolettiche e per sicurezza alimentare.

I numeri dell'acquacoltura in Italia

Attualmente operano sul territorio italiano circa 800 impianti di acquacoltura che producono 140 mila tonnellate l’anno di prodotto contribuendo a circa il 40% della produzione ittica nazionale e al 30% della domanda di prodotti ittici freschi. Gli addetti sono circa 7.500 e va migliorando la composizione dell'occupazione con un impiego fisso in oltre il 90% dei casi. L'Italia concentra la produzione sulla molluschicoltura, ed è il principale paese produttore di vongole veraci, coprendo i due terzi della produzione acquicola comunitaria per quanto riguarda i mitili. In Italia sono allevate circa 30 tipi di pesci, molluschi e crostacei, ma il 97% della produzione nazionale si basa su 5 specie: trota, spigola, orata, mitili e vongole veraci. Emilia Romagna e Veneto rappresentano più del 50% della produzione nazionale.

Il futuro dell'acquacoltura in Italia

La Direzione Generale della Pesca Marittima e dell'Acquacoltura ha elaborato previsioni di crescita del comparto acquacoltura secondo uno scenario conservativo. Fino al 2030 è stimato un incremento medio cumulato del 38% del volume di produzione sia per aumento della capacità produttiva degli impianti operanti sia per la realizzazione di nuovi impianti. È attesa una crescita più sostenuta della piscicoltura in ambiente marino e in acqua dolce rispetto alla molluschicoltura.

Le politiche europee e l'acquacoltura

La Commissione Europea riconosce grande rilevanza all'acquacoltura attribuendole risorse e un ruolo strategico nelle politiche di sviluppo del comparto ittico. In particolare le politiche europee in materia perseguono gli obiettivi di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva come nella Strategia Europa 2020, la Crescita Blu e gli indirizzi stabiliti dalla nuova Politica Comune della Pesca.

In particolare, durante il ciclo di programmazione europea 2014/2020 il fondo europeo dedicato agli affari marittimi e alla pesca è il FEAMP i cui indirizzi strategici trovano attuazione nei programmi operativi elaborati e gestiti dalle autorità di ogni Stato membro.

Il MiPAAF e l'acquacoltura

Il Piano Strategico per l'Acquacoltura in Italia 2014-2020 è lo strumento di governo per la pianificazione delle attività di settore. Le azioni strategiche previste nel piano trovano attuazione nel Programma Operativo FEAMP.

Il MIPAAF in qualità di Autorità di Gestione ha elaborato in maniera partecipata con il partenariato Il Programma Operativo FEAMP che annovera tra le priorità la promozione di una acquacoltura sostenibile sotto il profilo ambientale, efficiente in termini di risorse, innovativa, competitiva e basata sulle conoscenze. Il PO Feamp, coordinato a livello nazionale dal MIPAAF e co-gestito con le Regioni e i Flag, riconosce all'acquacoltura italiana alcuni punti di forza sui quali focalizzare l'attenzione: la presenza sul territorio nazionale di imprese leader a livello internazionale; la crescente disponibilità di tecnologie per operare in diversi contesti ambientali; la presenza territoriale di numerosi siti favorevoli per l'allevamento di specie diverse. Tra le opportunità che l'acquacoltura offre agli operatori economici di settore e ai consumatori più in generale il PO Feamp riconosce l'offerta di prodotti di qualità durante tutto l'anno, la diversificazione produttiva in grado di favorire anche prodotti ittici oggi marginali, la possibilità di accrescere il coinvolgimento del settore in attività turistiche e sociali e di rispondere alla crescente domanda del mercato europeo per prodotti trasformati.

Regioni, Flag e acquacoltura

Le Regioni in qualità di Organismi Intermedi (OO.II) gestiscono alcune delle misure del PO Feamp e selezionano mediante bandi i Flag (Fisheries Local Action Groups), ossia i gruppi di azione locale. Ogni Flag elabora un Piano di Azione Locale con l'obiettivo di calare in azioni concrete gli indirizzi del Feamp in coerenza con le opportunità di sviluppo locale.

Anche nell'ambito dell'acquacoltura grande è la rilevanza attribuita alle strategie di sviluppo di tipo partecipativo e al coinvolgimento degli attori territoriali istituzionali e economici.

Come si usufruisce dei sostegni all'acquacoltura?

Per poter usufruire dei sostegni in tema di acquacoltura è necessario partecipare alle misure e alle opportunità aperte a livello nazionale, regionale e locale e rivolte agli operatori economici di settore.


Sostenibilità: l'acquacoltura fa bene al pianeta

Il sovrasfruttamento degli stock ittici e il potenziamento della domanda di prodotti a livello globale concorrono a determinare la crescente rilevanza dell'acquacoltura mondiale in termini produttivi e di risposta alle esigenze di mercato. Ma l'acquacoltura contemporanea non è solo una necessità produttiva e rappresenta anche una chance in termini ambientali non solo per la limitazione dello svuotamento della fauna marina, la tutela degli ecosistemi delle zone umide costiere e la conservazione del patrimonio paesaggistico. Analisi comparative della sostenibilità ambientale dell'acquacoltura rispetto ad altri sistemi di produzione animale indicano, infatti, che l'acquacoltura è tra i sistemi agroalimentari più efficienti come domanda di biorisorse (suolo, acqua, energia) e generazione di esternalità sull'ambiente (tra cui l'emissioni di gas serra).

Innovazione: le nuove tecnologie al servizio dell'acquacoltura

L'acquacoltura è in rapida crescita e il settore può usufruire del supporto delle più nuove tecnologie produttive: alcune delle misure del PO Feamp puntano proprio alla diffusione delle pratiche più innovative e delle metodologie impiantistiche più all'avanguardia tra gli operatori. Per agevolare l'adozione di soluzioni innovative è stato sottoscritto un accordo di collaborazione istituzionale tra il MiPAAF e Unioncamere finalizzato ad intraprendere azioni comuni nel settore ittico e dell'acquacolture. In particolare il trasferimento tecnologico verrà sostenuto da una piattaforma per facilitare l'incontro tra chi detiene le soluzioni più smart, tra Università e enti di ricerca, e gli operatori economici del comparto ittico diffusi sul territorio nazionale (LINK INTERVISTA CELENTANO). Le soluzioni individuate nella piattaforma sono selezionate tramite scouting dei brevetti e delle pubblicazioni scientifiche.

Trasparenza: l'acquacoltura e i vantaggi per i consumatori

Durante l'edizione 2020 di Aquafarm, la mostra convegno internazionale dedicata all'acquacoltura, il MIPAAF ha colto l'occasione per il lancio della campagna tematica “Acquacoltura, un'impresa trasparente”. L'attività di valorizzazione dell'acquacoltura si inserisce nel quadro della Strategia di Comunicazione del PO Feamp 2014/2020 che prevede azioni di rafforzamento della consapevolezza comune sul fondo attraverso i canali istituzionali e social. In particolare, l'acquacoltura è stata selezionata come oggetto di un percorso di comunicazione principale per offrire una comunicazione corretta rispetto a un settore intorno al quale c'è ancora molto da farein termini di conoscenza diffusa e superamento dello scetticismo.

Un obiettivo al quale il MIPAAF punta a concorrere in azione congiunta con gli altri soggetti protagonisti del settore tra cui API, l'Associazione Piscicoltori Italiani, il cui Presidente ha dichiarato: “L'acquacoltura è una necessità sociale” per sottolineare l'esigenza di garantire ai consumatori un prodotto sano, accessibile, senza stressare il mare.

Un obiettivo al quale il MPAAF punta a concorrere in azione congiunta con gli altri soggetti protagonisti del settore tra cui alimentare dei prodotti ittici da acquacoltura, sono fondamentali il contrasto alle fake news, l'approfondimento tematico e la formazione continua.

Acquacoltura. Un'impresa trasparente

Dai un'occhiata alla campagna istituzionale!

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