Emergenza COVID-19. Ripartiamo dal pesce di allevamento

Il punto di vista di Pier Antonio Salvador, Presidente API

Icona calendario  Venerdì 10 Aprile 2020

L’emergenza sanitaria in atto non mette solo a rischio i cittadini e la società civile, ma assesta anche un durissimo colpo alle economie nazionali. Il settore della pesca e dell’acquacoltura riceve un abbattimento del mercato del 40%. Ne abbiamo parlato con Pier Antonio Salvador, Presidente Associazione Piscicoltori Italiani.

L’emergenza sanitaria COVID-19 ha comportato un calo del mercato dei prodotti ittici del 40%. Su questa diminuzione sostanziale ha influito il cambio di abitudine degli italiani che mangiano meno fuori casa e per le cene casalinghe scelgono prodotti di lunga scadenza. A fronte della situazione emergenziale, la Commissione Europea, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, le Regioni stesse, sono intervenuti con misure di contrasto agli impatti economici dell’emergenza sul settore (estensione dell’indennità del Fermo Pesca nel Decreto Cura Italia; innalzamento della soglia dei minimis per gli aiuti di Stato; interventi sulle procedure del PO FEAMP in discussione presso la Commissione), con riferimento alla pesca e al pesce di allevamento.

È proprio dagli allevamenti che potrà partire la ripresa del mercato ittico, attraverso un prodotto sostenibile, tracciabile e sicuro. “Negli anni, il FEAMP ha garantito un grande supporto all’allevamento del prodotto ittico e all’acquacoltura – racconta Salvador -. Adesso ancor di più è il momento di sposare la cultura del prodotto certificato, tra le filiere della grande produzione così come nei ristoranti all’interno dei menù, esattamente come facciamo per i vini e gli altri prodotti di origine controllata”.

Ad oggi il pesce di importazione raggiunge percentuali altissime (circa il 70%) rispetto al consumo di prodotto locale certificato di allevamento. In tanti casi, questo è dovuto alle necessità dei consumatori, che preferiscono un consumo più immediato del prodotto, senza necessità di una lavorazione complessa. “In realtà – continua Salvador - questo è un falso mito per due ragioni. Da un lato, il consumatore soprattutto italiano è particolarmente attento alla qualità del prodotto, e facendo leva sulla tracciabilità dello stesso sarebbe ben disposto all’acquisto; in aggiunta, il dato riporta un totale di circa 3.000 veterinari italiani che controllano quotidianamente il prodotto locale, e che attraverso il monitoraggio continuo prevengono non solo le malattie, ma anche l’uso di antibiotici, a cui gli allevatori ricorrono solo in extrema ratio”.

In questo senso, la prossima programmazione 2021-2027 del FEAMP sta già facendo passi in avanti: “nella nuova programmazione – dice Salvador – si prevede l’aggiunta della vaccinazione del prodotto ittico preventiva, che abbatte notevolmente l’utilizzo di antibiotici e medicinali e garantisce la qualità del pesce nel tempo, favorendo l’attuazione della Priorità 5 di commercializzazione e trasformazione”. Tutto quello che resta da fare è continuare a diffondere la cultura del pesce di allevamento come alternativa sostenibile al pesce importato, potenziando il marchio made in Italy in due modi:

  • Nel breve periodo, sarà fondamentale discutere con le grandi distribuzioni per rispondere all’emergenza sanitaria consumando prodotto locale;
  • “Sul lungo periodo – con le parole di Salvador -, sarà necessario favorire ancora di più il network degli attori locali per comunicare sul territorio il valore del prodotto ittico di allevamento, che continua ad essere il più sicuro e sostenibile nel tempo”.

Acquacoltura è futuro. Pier Antonio Salvador a Aquafarm 2020

Iscriviti alla newsletter