Next Generation Fishery, alla vigilia della programmazione 2021-2027

Pesca e acquacoltura nell’Europa del New Normal

Icona calendario  Lunedì 12 Ottobre 2020
La popolazione del nostro pianeta raggiungerà presto i 9 miliardi di persone. Stiamo affrontando una crisi climatica senza precedenti e ripristinare la salute dei nostri mari e oceani è la chiave per la nostra sopravvivenza. L’UE si è impegnata attraverso il Green Deal europeo a rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. La pesca e l’acquacoltura fanno parte di tale accordo e sono indispensabili per creare un sistema alimentare sostenibile per il futuro a vantaggio degli oceani, dei consumatori e dei pescatori. Virginijus Sinkevičius, marzo 2020

La crisi COVID-19 ha avuto un impatto potente determinando contenuti e tono di voce, e l’obiettivo, oggi, è inquadrare la fine di un ciclo di programmazione e il superamento della logica di emergenza, anche comunicativa, focalizzata sul qui e ora, aprendo alle priorità future, alle strategie e ai valori europei più rilevanti.

A marzo 2020, Virginijus Sinkevičius, Commissario europeo per l’ambiente, gli oceani e la pesca, ha introdotto il documento con le informazioni e gli indicatori chiave sul settore della pesca e dell'acquacoltura, nel quadro della politica comune europea.

E se la sostenibilità ambientale, economica e sociale rappresenta una delle sfide più rilevanti e trasversali alle strategie europee per la crescita dei Paesi membri, non è la sola a caratterizzare la visione comune europea. Soprattutto nel contesto del new normal, la nuova normalità innescata dall’accelerazione di tendenze prodotta dalla crisi COVID-19. L’innovazione, infatti, intesa sia in chiave tecnologica, ad esempio attraverso la strategia “Shaping Europe’s Digital Future” della Commissione, sia come spinta culturale al cambiamento, è tra i pilastri del futuro comune europeo.

A fare sintesi della visione europea è stata la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen descrivendo nel discorso sullo stato dell’Unione 2020 le linee guida fondamentali del Next Generation EU, lo strumento europeo di emergenza per la ripresa. In particolare, ha spiegato, il 20%di NGEU sarà investito sul digitale e il 37% destinato agli interventi del Green Deal europeo.

Nello scenario tracciato verso l’Europa 2030, caratterizzato dagli sforzi per la transizione digitale e la transizione ecologica, la pesca e l’acquacoltura giocano un ruolo rilevante e contribuiscono al raggiungimento di un’Unione climaticamente neutrale. Tra i pilastri ideali del futuro europeo, tre possono contribuire a descrivere l’avanguardia del settore:

  • sostenibilità, perché nonostante i miglioramenti, alcune sfide restano aperte su questo tema, come rileva anche la comunicazione della Commissione “Verso una pesca più sostenibile nell’UE: situazione attuale e orientamenti per il 2021”;
  • innovazione, valorizzando il ruolo che la recente crisi ha avuto in termini di accelerazione di pratiche innovative e orientate alla resilienza anche nei settori della pesca e dell’acquacoltura;
  • nuova generazione della pesca e dell’acquacoltura, per l’inclusione nel settore di giovani pescatori e acquacoltori, la promozione di nuove competenze e la valorizzazione del lavoro femminile.

Sostenibilità: pesca e acquacoltura per l'Unione Europea climaticamente neutrale

Al 31/08/2020 sono oltre 532 i milioni di euro impegnati sul totale delle risorse Feamp, per un valore pari al 54,32% della dotazione finanziaria complessiva.

Nello specifico, oltre 186 milioni di euro risultano impegnati, per un importo pari al 99,94% della dotazione della priorità 1, e più di 123 milioni di euro risultano già pagati per il sostegno a una pesca sostenibile sotto il profilo ambientale, efficiente e innovativa.

Alla stessa data, risultano impegnati complessivamente oltre 64 milioni di euro, pari al 74,25% della dotazione prevista, e pagati oltre 34 milioni di euro per il conseguimento degli obiettivi della priorità 2, relativa a un’acquacoltura sostenibile, efficiente e innovativa.

Ha dichiarato il Commissario Sinkevičius: ≪Il 2020 è un anno fondamentale per la pesca dell’UE≫. Si tratta, infatti, dell'anno in cui tutti gli stock valutati scientificamente dovrebbero essere pescati in linea con il principio del rendimento massimo sostenibile - la quantità massima di pescato che si può catturare senza danneggiare gli stock ittici, qui e qui per saperne di più .

In concreto, ha spiegato il Commissario, significa che dovremmo catturare solo una quantità di pesce tale da non ostacolare la rigenerazione degli stock. Un obiettivo alla portata, secondo i dati restituiti nel documento Facts and Figures on the Common Fisheries Policy - edizione 2020. Nel 2017, infatti, nel Mar Mediterraneo gli scienziati hanno censito 40 stock di cui solo 5 sono stati valutati come superiori al rendimento massimo sostenibile. Nel 2019, invece, quasi il 100% degli sbarchi di stock ittici gestiti esclusivamente dall'UE ha raggiunto il livello di rendimento massimo sostenibile.

Nonostante i miglioramenti, alcune sfide restano aperte. Lo rileva, infatti, la comunicazione della Commissione “Verso una pesca più sostenibile nell’UE: situazione attuale e orientamenti per il 2021”, pubblicata a giugno 2020. A causa dell’impatto del Covid-19 le proiezioni finali per il 2020 restano incerte e nel caso del Mediterraneo gli sforzi per la conservazione ittica devono continuare. In particolare, l’applicazione dell’obbligo di sbarco resta una preoccupazione. L’invito della Commissione è rafforzare l’adozione di strumenti di controllo tra cui i sistemi di monitoraggio elettronico a distanza.

Mentre la proposta che abroga il Regolamento (UE) n. 508/2014 e che è destinata a disciplinare il Fondo per gli Affari Marittimi e la Pesca nel ciclo di programmazione 2021/2027 è in via di approvazione, dalle strategie e dalla comunicazioni ufficiali emerge già il forte orientamento alla sostenibilità come pilastro per il futuro del settore.

In generale, nel riaffermare la centralità di un’economia blu sostenibile, la proposta della Commissione per il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 fissa un obiettivo globale più ambizioso per l’integrazione delle azioni per il clima in tutti i programmi dell’Unione, portando al 25% il contributo della spesa dell’Unione agli obiettivi in materia di clima.

Inoltre, come reso esplicito nelle comunicazioni ufficiali, la strategia “Dal produttore al Consumatore”, parte integrante del Green Deal europeo, stabilisce un nuovo approccio per garantire che la pesca e l’acquacoltura contribuiscano al processo di una transizione giusta verso un sistema alimentare solido, sostenibile e resiliente. In particolare, per quanto riguarda la sostenibilità del settore, gli orientamenti vanno verso:

  • la lotta alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN);
  • il rafforzamento della governance degli oceani, la cooperazione in ambito marino e la gestione delle zone costiere;
  • la definizione di azioni per la riduzione del 50% di antimicrobici per l'acquacoltura entro il 2030;
  • il sostegno mirato per il settore delle alghe, poiché dovrebbero convertirsi in un'importante fonte di proteine alternative.

A livello nazionale e territoriale, il Manifesto 2.0 redatto in modalità digitale dalla Rete Nazionale dei FLAG, attraverso il censimento delle esperienze locali individua alcune buone pratiche da valorizzare per affrontare le sfide attuali e connesse alla promozione di una pesca e un’acquacoltura sostenibili. Tra le azioni da valorizzare:

  • la definizione di interventi volti a mitigare i cambiamenti climatici e valutazione dell'impatto socio economico di eventi calamitosi;
  • l’introduzione della certificazione di sostenibilità ambientale msc;
  • l’introduzione di materiali riciclati nei sistemi delle produzioni tradizionali della pesca artigianale;
  • conversione di deiezioni ittiche in fertilizzanti in agricoltura;
  • stimolo all’acquisto o alla produzione di reti da pesca ecocompatibili

Innovazione: plasmare il futuro a vantaggio dell’ambiente, degli operatori e dei consumatori

Il 15% delle risorse FEAMP è destinato a ricerca e innovazione, per un totale di 182 progetti. Lo rivelano i dati di monitoraggio restituiti dal portale OpenCoesione aggiornati al 30/06/2020 e consultabili attraverso il cruscotto sui numeri del programma operativo.

La crisi COVID-19 ha avuto un ruolo di acceleratore di pratiche innovative e orientate alla resilienza anche nei settori della pesca e dell’acquacoltura. Durante i mesi della pandemia sono state diverse le esperienze territoriali significative raccolte nel Report tematico della Rete Nazionale dei Flag, redatto a seguito delle interlocuzioni e il confronto con Autorità di Gestione, OO.II e FLAG. Tra le esperienze individuate e orientate all’innovazione di pratiche e tecniche, l’implementazione di piattaforme di e-commerce e per l’apprendimento online, l’utilizzo di attrezzature per la pesca più selettive, le sperimentazioni di innovazione produttiva.

Grande accento è posto dal Green Deal europeo al tema innovazione come pilastro per una transizione giusta e sostenibile. In particolare, ricerca e l'innovazione sono riconosciuti nella strategia “Dal produttore al consumatore” come fattori chiave per l'accelerazione della transizione verso sistemi alimentari sostenibili, sani e inclusivi. Tra le applicazioni tecnologiche individuate come rilevanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura, nella comunicazione ufficiale della Commissione sul tema sono richiamate:

  • l’utilizzo di sistemi di tracciabilità rafforzata per la lotta alle frodi;
  • l'uso di certificati di cattura digitali per impedire l'ingresso nel mercato dell'UE di prodotti ittici illegali;
  • il rafforzamento di EMODnet, la rete europea di osservazione e di dati dell'ambiente marino per agevolare l'adozione di pratiche sostenibili.

Inoltre, la proposta di Regolamento in discussione a livello comunitario connette l’esigenza di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 e di contenimento dell’impronta ecologica a un forte impulso a sostenere l’innovazione intesa con accezione ampia, puntando al trasferimento delle applicazioni in ambiti quali:

  • diffusione di pratiche e tecniche di pesca a basso impatto e a basse emissioni di carbonio;
  • investimenti a bordo dei pescherecci per migliorare la salute, la sicurezza e le condizioni di lavoro;
  • il rafforzamento dell’osservazione degli oceani;
  • l’energia oceanica rinnovabile;
  • la protezione dei litorali;
  • la cantieristica navale innovativa e nuovi servizi portuali.

La riflessione sull’impatto dell’innovazione sul settore è viva anche a livello nazionale e locale. Attraverso il censimento delle esperienze sul territorio nazionale il Manifesto 2.0 redatto dalla Rete Nazionale dei FLAG individua, ad esempio, buone pratiche adatte ad affrontare le sfide prioritarie nel campo della blue economy, del turismo sostenibile e delle dinamiche sociali. Tra le pratiche rilevanti in termini di innovazione emergono:

  • la creazione di piattaforme di dati chimici, fisici, biologici, meteorologici e socio economici, storici e attuali, a supporto delle decisioni degli stakeholders e dei decisori;
  • l’utilizzo degli scarti, come le interiora o le scaglie di pesce, per la creazione di nuovi prodotti;
  • gli allevamenti sperimentali in aree sotto gabbia per diminuire l'impatto da composti azotati degli allevamenti ittici.

Infine, a livello sovra-europeo la United Nations Conference on Trade and Development - UNCTAD attraverso un intervento del Segretario Generale Mukhisa Kituyi e della special adviser per la blue economy Dona Bertarelli, ha indicato i pilastri della blue recovery equa e sostenibile, individuando l'approccio da seguire. Tra le nuove aree di opportunità ritenute particolarmente promettenti, la bio-prospezione marina, le tecniche e modalità di acquacoltura sostenibile, la finanza blu, con l’emissione dei blu bond (lanciati nel 2019 dalla Banca Mondiale con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione pubblica sull’inquinamento legato alle plastiche) e il carbonio blu.

Nuova generazione della pesca e dell’acquacoltura: il tempo dei giovani e delle donne è adesso

Secondo i dati INPS, nel 2017 su una popolazione totale di oltre 24.500 pescatori, poco più di 7.000 hanno un’età fino a 40 anni e 1664 meno di 25. In particolare, sono 3420 i pescatori con meno di 40 anni tra gli autonomi e i soci lavoratori delle cooperative di piccola pesca su un totale di oltre 12mila; 793 hanno meno di 25 anni e 649 tra 26 e 29. Tra i pescatori dipendenti inquadrati nella Cassa Marittima su un totale di più di 12.400, 3719 hanno meno di 40 anni, tra cui 871 meno di 25, 718 tra 26 e 29. La popolazione femminile risulta contenuta: sono 542 le pescatrici in Italia, tra dipendenti (159) e autonome o socie lavoratrici di cooperative di piccola pesca (383).

Eppure, nonostante un contenuto numero di giovani e donne, la pesca svolge un ruolo cruciale nell’occupazione e nell’attività economica in alcune regioni dell’UE, concentrandosi in una manciata di Paesi. Secondo il documento Facts and Figures on the Common Fisheries Policy - edizione 2020 Italia, Spagna e Grecia insieme rappresentano il 65% dell’occupazione totale mentre l’acquacoltura impiega in Europa circa 75.000 persone.

La crescita inclusiva, tra i pilastri della Strategia Europa 2020, punta al superamento delle discriminazioni tra cui anche quelle legate all’età o al genere, un tema rilevante nel caso della pesca e dell’acquacoltura. Da un’analisi svolta dalla Rete Nazionale dei FLAG italiani i cui risultati sono condivisi all’interno del Manifesto 2.0, emerge infatti che le comunità costiere sono attualmente coinvolte da una serie di criticità correlate a situazioni di esclusione sociale, quali:

  • cambiamento demografico: invecchiamento della popolazione nelle comunità di pescatori;
  • esodo dei giovani e scarso ricambio generazionale nel settore della pesca e acquacoltura;
  • bassi livelli di istruzione e informatizzazione del personale addetto alla gestione delle imprese di pesca per la parte amministrativo-burocratica, alla commercializzazione del prodotto e alla gestione sostenibile dell’attività di pesca, mansioni in maggior misura a carico delle figure femminili nelle famiglie di pescatori.

Criticità che il PO Feamp affronta con misure mirate tra le procedure monitorate, tra cui il sostegno all’avviamento di giovani pescatori, tirocini a bordo dei pescherecci e promozione di nuovi operatori dell’acquacoltura.

La nuova generazione della pesca in termini di ricambio generazionale e inclusione femminile è un tema aperto a livello europeo. Secondo l’edizione 2019 del Report on Equality Between Women and Men in the EU della Commissione, durante il periodo di programmazione 2014/2020 gli Stati membri dell’UE hanno impegnato 19,5 milioni di euro per sostenere progetti che specificamente hanno le donne come beneficiarie. Circa 1851 progetti dei FLAG a livello europeo si sono concentrati sul sostegno alle donne nella pesca e nell’acquacoltura. Si tratta di un aumento del 5% rispetto al periodo di finanziamento 2007/2013. Inoltre i FLAG stanno ponendo sempre maggior enfasi sul ruolo delle donne nel settore. Secondo il report citato, nel periodo 2014-2020 il 27% dei FLAG annovera il sostegno alle donne tra le priorità, l’11% in più rispetto alla programmazione precedente. Il supporto per l’incremento del ruolo delle donne nei processi decisionali è cresciuto dal 10% del periodo 2007/2013 al 30% del periodo corrente. Il supporto per l’aumento delle competenze e la formazione è aumentato dal 25% a circa il 50%. Avanzamenti significativi, ma si può fare di più.

La Gender Equality Strategy 2020-2025, l’approccio europeo per l'uguaglianza di genere, oltre a prevedere un set di azioni mirate per i prossimi 5 anni, mira a trasferire una prospettiva di uguaglianza in tutti gli ambiti delle politiche europee. Una tendenza che potrà investire anche le future misure a sostegno dell’occupazione femminile, facendo proprie le sfide individuate dai FLAG nel Manifesto 2.0, tra cui:

  • formare le donne per accrescere le competenze nella gestione dell’impresa di pesca;
  • sviluppare attività complementari e progettare interventi volti a favorire fonti di reddito complementari;
  • incrementare la remunerazione degli operatori accrescendo l’attrattività del settore;
  • realizzare interventi a sostegno del ricambio generazionale.

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